di Davide Drago

Mesut Ozil, giocatore tedesco di origini turche, ha deciso di lasciare la nazionale e la motivazione è riconducibile al razzismo. A qualcuno verrebbe da chiedersi dove sia finita l’accogliente Germania, la nazione meticcia abituata alla diversità. Andiamo con ordine e cerchiamo di approfondire la situazione.

Nel mese di maggio una foto di Ozil con accanto il presidente Turco Erdogan ha destato parecchio scalpore in Germania ed a distanza di oltre un mese dall’episodio il trequartista dell’Arsenal ha commentato per la prima volta l’immagine incriminata. Alla vigilia del Mondiale in Russia, infatti, Özil e Gündogan, centrocampista tedesco che gioca nel Manchester City, accomunati dalle stesse origini, si prestarono ad un incontro con il discusso capo di Stato turco posando per alcune foto: strette di mano, dediche speciali e magliette regalo che il politico ha poi utilizzato per fare propaganda in Germania. Da qui la bufera, critiche violente accompagnate dalle parole di Angela Merkel: «Un episodio che ha fatto pensare e che ha creato fraintendimenti». Molti chiesero a Löw di escluderlo dal Mondiale, ma nonostante l’accaduto la fiducia del Ct tedesco non è venuta meno, l’allenatore ha commentato l’accaduto come un fatto spiacevole e una scelta infelice dei due calciatori. A sottolineare ancora di più il fatto che i due atleti abbiano deciso in maniera chiara e cosciente di incontrare Erdogan, lo testimonia il fatto che il neo-juventino Emre Can, anch’egli dalle radici turche, rifiutò l’incontro con il capo di Stato turco.

Gundogan fu il primo a giustificarsi: «Non volevamo trasmettere messaggi politici. Siamo calciatori e non politici. Avremmo dovuto essere scortesi col presidente della nazione d'origine dei nostri genitori? Capisco le critiche, ma noi abbiamo scelto la strada della cortesia». Pensiero analogo ad Ozil che attraverso il proprio account Twitter ha diffuso la sua spiegazione sull’episodio controverso.

Durante l'amichevole con l'Austria, l'ultima della Germania prima di partire per i Mondiali in Russia, i tifosi hanno fischiato Ozil perfino dopo il suo gol e non è stato graziato nemmeno Gundogan, preso di mira al momento della sostituzione. Durante il mondiale, tra l’altro non andato bene per la nazionale tedesca, qualcosa si è rotto e ieri Ozil ha postato dal suo profilo Twitter una frase inequivocabile: «E' con il cuore pesante e dopo aver molto riflettuto sui recenti eventi, che ho deciso che non avrei giocato con la Germania a livello internazionale, perché ho sentito razzismo e mancanza di rispetto».

Dopo il primo tweet, Mesut si è sfogato postando una lettera in cui ha spiegato cosa lo ha portato ad accettare l'invito di Erdogan: «Per me non aveva importanza che fosse il presidente turco o quello tedesco, perché mi sarei comportato allo stesso modo – ha spiegato –. Ho due cuori, uno tedesco e uno turco. Durante la mia infanzia mia madre mi ha trasmesso il valore del rispetto, chiedendomi di non dimenticare le mie origini». Per Ozil quella foto non rappresentava nessun segnale di approvazione di politiche o di propaganda nei confronti di Erdogan, nonostante qualche giorno dopo si sarebbero svolte le elezioni politiche in Turchia.

Ozil ha poi puntato con decisione il dito contro media, sponsor e federazione: «Quando Matthäus ha incontrato Putin non si è gridato allo scandalo. Perché la federazione chiede a me di spiegare il caso Erdogan e non ha chiesto alla Mercedes, suo sponsor, di prendere posizione sullo scandalo emissioni? Per me la foto con Erdogan non era propaganda, ma è stata usata per fare propaganda destrorsa. Non si criticavano le mie prestazioni, ma il mio legame con le mie radici. Hanno usato la foto per mettere la Germania contro di me».

Ozil ha quindi sottolineato il fatto che, per l’opinione pubblica tedesca, sia stata la foto ad essere additata come causa della sconfitta al mondiale, nessuno ha parlato delle sue prestazioni calcistiche o della squadra.

Mesut ha deciso così di non indossare più la maglia della Germania. Una decisione definitiva, sebbene lo stesso giocatore non escluda un ritorno in futuro, purché cambino determinate condizioni. Indossava la maglia della Germania con orgoglio e felicità, ora non più. La federazione tedesca ha offeso le sue radici turche, usandolo come mezzo per la loro propaganda. Ozil, però, dovrebbe tenere ben a mente che essendo un personaggio pubblico determinate scelte dovrebbero essere ponderate con molta attenzione e se ha deciso in questo modo vuol dire che lo ha fatto con assoluta coscienza.

È stato ritratto in una foto con il presidente dello Stato di origine dei propri nonni, e fin qui potrebbe non esserci nulla da recriminare (forse). L’ha fatta in periodo di campagna elettorale per le presidenziali, e diciamo che non si tratta di una scelta molto oculata. Il fatto grave è che il personaggio in questione si chiama Recep Tayyip Erdogan. C’è un parallelismo molto semplice che potrebbe indicare la gravità di tutta questa storia: se io fossi vissuto settant’anni fa non avrei mai fatto una foto con Mussolini.