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Mercoledì 26 Dicembre. Posticipo serale: Inter – Napoli. Bocconi di pallone agli stomaci mai sazi dei voyeur. Se c’è una cosa che può calpestare impunemente le mai così difese tradizioni, è lo show business. Anzi il campionato, il 26 Dicembre, è più un regalo che una mancanza di rispetto.

Dopo il pareggio esterno della Juventus a Bergamo, il Napoli di Carletto Ancelotti ha la possibilità di accorciare le distanze in classifica. C’è aria tesa e non solo nelle stanze segrete del tempio di San Siro.

Si gioca alle 20.30, ma ben prima del fischio d’inizio, in via Sant’ Elena, a seguito di un agguato dei tifosi di casa, cominciano gli scontri fra fazioni contrapposte. Bastoni, fumogeni e coltelli. Ne escono diversi contusi, quattro accoltellati ed un ferito grave: Daniele Belardinelli, ultras varesino del gruppo neo-nazista Blood Honour, investito e ricoverato in codice rosso all'ospedale San Carlo.

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La notizia c’è, ma non si diffonde. Si gioca perché bisogna giocare. Lo stomaco mai sazio deve ottenere le sue dosi per non perdere l’abitudine a mangiare e digerire tutto e sempre.

Si gioca dunque e la partita mantiene un equilibrio intenso, noioso solo a tratti, che regge fino all’ 80’, quando Koulibaly trattiene Politano in fuga sulla fascia, si becca il cartellino giallo, applaude provocatoriamente Mazzoleni e viene espulso. Capannello. Callejon solleva gli indici al cielo. Sembra accusare la platea che assiste lo show, ed io, che la partita la guardo in streaming su Rai Italia direttamente dagli anni '50, non ci capisco molto.

Capisco poi, ascoltando le accuse di Ancelotti a fine gara:

“C'è stato un ambiente particolare però,abbiamo chiesto la sospensione alla Procura Federale e per tre volte hanno mandato gli annunci dagli altoparlanti. Il giocatore chiaramente non era lucidissimo, era sicuramente nervoso. Solitamente Koulibaly è uno molto educato e professionale, difficilmente si lascia andare. Ma ci sono stati ululati tutta la partita. Abbiamo chiesto per 3 volte di fare qualcosa ma la partita è andata avanti. La soluzione? La partita si può interrompere ma dobbiamo sapere quando. Dopo quanti annunci? Tre? Quattro? Altrimenti lo facciamo noi”

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Lo dice pure Pecoraro, procuratore Figc, che la gara andava sospesa. Sarebbe stato un bel segnale da parte della federazione. Una risposta decisa, che in un momento storico politico come questo avrebbe avuto il merito di travalicare i limiti del rettangolo verde.  Ma che ci vuoi fare, non è accaduto, bisogna giocare. La gente ha fame e se non gli dai da mangiare si incazza.

Così la gara continua. In 10 il Napoli sbaglia il gol del vantaggio e sulla ripartenza lo subisce da Lautaro Martinez. Sul finale litigano pure Keita ed Insigne che viene espulso e lascia i partenopei in 9 ad ascoltare il triplice fischio che cala il sipario.

Finisce 1 a 0, ma a questo punto il risultato è solo il titolo di una recita che mette in scena l’immagine cristallizzata del Paese e illumina il vuoto celato dietro le ritualità sacre o mondane.

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Basta leggere alcuni dei commenti sotto al post di Koulibaly, pur sommersi da attestati di stima e solidarietà. Fra gli altri: “perché se lui dice di essere orgoglioso di essere sengalese va bene, e se dico di essere orgoglioso di essere italiano sono un sovranista razzista?”

E l’analfabetismo funzionale avanza. Regalo di natale per cui mi sento di ringraziare personalmente la coppia che scoppia Salvini-Di Maio che in effetti, più che governare, sta producendo una rivoluzione culturale al ribasso. Ma questa è tutta un’altra storia….o forse no?

Ognuno pensi e risponda un po’ come gli pare. Nel frattempo Daniele Belardinelli muore per le ferite riportate negli scontri, immolandosi così alla recita, a cui serve una conclusione degna, che sia drammatica o meno poco importa. La sinossi recita:  

Mercoledì 26 Dicembre 2018. Posticipo di Santo Stefano. Buu razzisti collettivi, quattro accoltellati e un morto. La Juve sale a +9 in classifica e Sabato si gioca di nuovo. Preparate tavola, piatti e portate per un’altra abbuffata.         

Buon Natale e buone feste Bel Paese e mi raccomando...il presepe!