Volevo evitarlo, ma alla fine ci sono caduto, mi sono andato a leggere la lettera di Travaglio che qualche giorno fa ha indirizzato a John Elkann. In quella lettera parlava da juventino, si dichiarava deluso per le dichiarazioni di Andrea Agnelli, per la conferenza stampa di Antonio Conte e tutto ciò che è stato detto negli ultimi tempi, a causa della squalifica di dieci mesi inflitta al tecnico bianconero.
Di solito mi limito a leggere i titoli delle notizie, ed evito di approfondirli, perché so che penserò: “che palle, ancora nostalgia di quello che fu…” Travaglio infatti parlava di quello stile che fu della Juve, e anche dell’ottimo comportamento di Gianni Agnelli nei confronti della magistratura, che al tempo di alcuni scandali, dei primi anni ottanta, disse sempre che la giustizia avrebbe dovuto fare il suo corso. Ma tutto ciò è pura ipocrisia. Antonio Conte aveva ragione nel sostenere che la Juve doveva tornare a essere antipatica perché sarebbe voluto dire che sarebbe tornata a vincere. Non credo ai magistrati tifosi o politicizzati, non perché non esistano, ma perché non c’entrano niente, ogni tanto qualche attacco al potere arriva, e si rimane compiacenti soltanto finché si è intoccabili, vedi tutto ciò che circondava l’avvocato Agnelli. Lo stile Juve era già quello, non solo leggendo i libri di Petrini (che comunque dà una buona panoramica su ciò che accadeva nel sottobosco del Dio Pallone), si scopre che già si corrompevano arbitri e giocatori, si aggiustavano partite e così via. Chi è più forte e lo fa meglio, vince di più. Basti pensare a quelli che sono i presidenti delle squadre di calcio e il gioco è fatto. Lo stile Juve è tornato perché la Juve vince i nuovo e quello è ciò che conta. Non penso che Berlusconi, Moratti, Della Valle, gli americani della Roma siano meglio degli Agnelli e di chi li guida e aiuta nel mondo del calcio. Chi lo fa meglio vince, chi esagera e vuole stravincere (vedi epoca Moggi, paga pegno e poi riparte) Negli ultimi trent’anni, le vittorie di Milan, Juve e Inter in che percentuale sono state? E così continuerà a essere, dove sono i potenti, le squadre vincono, perché il calcio è così. I potentati del mondo sono le banche, ecco che Barcellona e Real Madrid trionfano avendo debiti mostruosi proprio con le banche, e tra poco cederanno il passo, se già non l’hanno fatto, a russi e sceicchi che a loro volta lasceranno spazio ai cinesi. Non credo certo di scoprire niente di nuovo, articoli del genere sono sempre ben centrati nel sito di sport alla rovescia. E non credo neanche di apparire un compaesano di Moggi, nel sostenere come faceva lui, che siccome tutti fanno uguale, allora va bene. Al contrario, proprio perchè tutti fanno così va proprio male. Perché il fatto che sia così, e che chi è più potente lo riesca semplicemente a fare in modo più efficace, fa pensare che sia l’unico modo di avvicinarsi alla meraviglia dello sport. Questa estate ho comprato le zucchine in un supermercato spagnolo e quando mi sono ritrovato tra le mani una zucchina che somigliava molto di più a un’anguria, ho pensato che forse quella zucchina era cresciuta con le stesse sostanze che danno agli atleti spagnoli che, ho il triste sospetto per loro, sospetto essere una generazione di morti che cammina. Però vincono tutto, va bene? Per me no, come sono convinto che nell’atletica, nel ciclismo, e tutti gli sport professionistici dove girano molti soldi, il doping sia pratica comune, e questo che significa che per me vada bene o che io sia d’accordo? Ancora una volta dico no, ma per favore, a partire da Travaglio o dai telecronisti sportivi, basta perdere tempo a stupirsi di ogni nuovo caso di malaffare, doping o cose del genere che spunta attorno al mondo professionistico e basta rimpiangere dei tempi che erano esattamente uguali a quelli che sono adesso. A questo punto, qualcuno potrebbe dire, ma perché se è così tutto scontato, hai dovuto, come direbbe l’elegante Ferrara a proposito di Travaglio, romperci i coglioni con un post così lungo?