Sabato 14 settembre si è disputata la partita più attesa dell'anno. A Milano si affrontavano le due squadre più amate e vincenti d'Italia: Internazionale e Juventus.
Tra gli ottantamila spettatori c'era un ragazzo pugliese ormai da anni fuorisede a Bologna per motivi di studio pronto a tutto pur di vedere questa attesissima partita. Pronto a tutto si ma con pochissimi euro in tasca quelli che comunque dovrebbero bastare per vedere una partita di calcio se solo fosse ancora un sport accessibile a tutti, uno sport popolare.
Jacopo, il nome del nostro amico, sollecitato da altri due ragazzi ha pensato bene di andare allo stadio anche senza biglietto per il solo gusto di vedere e provare atmosfera ed emozioni che solo il "derby d'Italia" può regalare. Arrivati davanti allo stadio i tre ragazzi hanno messo in atto un vero e proprio prodigio, un gol che vale una finale di Champions o un "derby d'Italia". Provvisti di un solo biglietto riescono a superare il primo filtro formato da soli steward passandosi l'unico tagliando e l'unico documento valido per entrare nel già pieno e urlante Meazza. Neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo che davanti ai tre ragazzi si pongono degli ostacoli insormontabili, impenetrabili: i famosi tornelli. Tanto voluti dai politici nostrani e in particolare modo dal ministro dell' Interno Pisanu e cavallo di battaglia della famosa legge per la sicurezza negli stadi entrata in vigore il 17 ottobre 2005. Si proprio i temuti e brutti tornelli si frappongono fra i ragazzi e i gradoni della Scala del Calcio. L'unico modo per superarli era quello di passare in due dentro un tornello davanti agli occhi degli steward (altra invenzione degli "esperti" di sicurezza negli stadi). Detto fatto o meglio pensato e fatto. I tre appassionati superano anche questo insormontabile ostacolo. Così come se niente fosse tutte le strategie di Pisanu prima, Maroni dopo e dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive vengono quasi del tutto aggirate, depistate. Manca solo l'ultimissimo ostacolo, l'ennesimo controllo, l'ennesima perquisizione, l'ennesima "pagliacciata". Nel frattempo la partita era iniziata e i cori delle due curve si sentivano sempre più forti, sempre più intensi così come intensa e forte era la voglia di Jacopo di entrare al secondo anello arancio. Anche l'ultimo steward viene raggirato, questa volta senza nessun tipo di controllo. Uno, due, tre sono i passi che mancano all'entrata del gate 15, alla visione della partitissima. Passi fatti tutti d'un fiato senza neanche provare a girarsi indietro, con un solo obiettivo: ammirare il prato verde e le maglie nero e azzurro da una parte e bianco e nero dall'altra. Ammirare un gioco che nasce sulle strade di ogni angolo nascosto del pianeta, nasce dal basso. Dove tutti i giocatori sono uguali, nessuna discriminante. Divertirsi è l'obiettivo.
In Italia intanto si pensa ad ospitare eventi sportivi mondiali, come le Olimpiadi del 2024. Ma le istituzioni sportive e politiche ancora non riescono a fare due passi indietro in merito alle restrizioni e alle leggi repressive e antidemocratiche (art. 8 e 9 della L 41/2007) che stanno distruggendo il calcio italiano e fatto ancora più grave stanno allontanando i tifosi, il popolo, dagli stadi facendoli disinnamorare di quello che è lo sport più popolare, democratico e praticato al mondo.
Per la cronaca la partita è fiinita 1 a 1. Gol di Icardi per l'Inter prima e pareggio di Vidal dopo soli due minuti per la Juve. Il biglietto al secondo anello arancio costava 80 euro. Alla faccia del calcio per i tifosi.