Scozzesi, inglesi, biciclette e lavatrici

Mentre sto scrivendo questo pezzo gli scozzesi stanno decidendo del loro futuro, quando lo leggerete si conosceranno già i risultati dello storico referendum sull’indipendenza della Scozia.

 

Nelle ultime settimane si è fatto un gran parlare di kilt, rugby, whisky (mi raccomando non whiskey) e naturalmente di tutte le varie storie di rivalità sportiva tra inglesi e scozzesi. Tra queste ultime c’è ne una che riguarda un ciclista, inizia negli anni ’90 e ci interessa perché, come al solito, ci parla di un personaggio con una vita tutt’altro che scontata. Le sue vicende mi sono tornate alla mente oggi parlando con @vhreccia del neo record dell’ora stabilito da Jens Voigt, questo pezzo è anche merito, o colpa, sua.

Il ciclista in questione è scozzese e si chiama Graeme Obree.

Una delle specialità più crudeli e affascinati del ciclismo è quella della prova del record dell’ora. Negli ultimi trenta anni è diventato il terreno di prova per eccellenza di sperimentazioni in ambito tecnico e scientifico: “La storia del ciclismo dovrebbe finire nel gennaio del 1984, con i preparati chimici assunti da Francesco Moser e con la squadra di medici al suo seguito per il tentativo di record dell’ora a Città del Messico” questo, per dire, scrisse John Foot qualche anno fa. In ogni caso fin dalla sua “invenzione”da parte di Henri Desgrange nel 1893 il record dell’ora ha visto cimentarsi i più grandi campioni del ciclismo e i più grandi cronoman di tutti i tempi.

A cento anni di distanza, nel 1993, io ero al primo anno tra gli allievi e un ciclista dilettante scozzese semisconosciuto si apprestava ad entrare nella storia. Graeme Obree costruì una bicicletta rivoluzionaria, che gli consentiva di tenere la celebre posizione “a uovo”, con i pezzi della sua lavatrice.

Con la sua Old Faithful, così chiamò la sua creatura, stabilì il nuovo record dell’ora: 51,596 Km. A questo punto arriva l’inglese cattivo, Chris Boardman, che rovina la festa e, neanche a una settimana di distanza stabilisce il nuovo record. Ma come in Highlander “ne resterà soltanto uno” e lo scozzese nel 1994 riconquistò di nuovo il primato. Questa volta la bici progettata abbandonava la posizione ad uovo per sceglierne un’altra, comunque rivoluzionaria, con le braccia allungate in avanti.

Quella che sembrava un’inarrestabile corsa verso soluzioni tecnologiche sempre più avanzate fu bloccata dall’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) nel 1995, che vietò l’utilizzo di “biciclette speciali”. Nel 2000, sempre l’UCI, annullò tutti i record stabiliti con quegli accorgimenti tecnici stabilendo che il record dell’ora deve essere effettuato con biciclette tradizionali (avete visto la bicicletta con cui Voigt ha stabilito oggi il record dell’ora? Vi sembra “tradizionale”?).

 

Obree vide tarpata la sua genialità di progettista, oltre che quella di ciclista, e provò a cimentarsi su strada. Abbandonò presto anche quel mondo dichiarando che oramai i ciclisti dovevano doparsi non per vincere, ma per restare a livello degli altri.

La storia di Obree non si ferma con la lotta contro i burocrati della federazione, prosegue e si fa ancor più interessante ed a tratti tragica. Nel 1998 prova una prima volta a togliersi la vita, nel 2001, dopo secondo tentativo, si rinchiude in casa e le cure psichiatriche a cui è sottoposto gli diagnosticano un disturbo bipolare. Nel 2011 questo atleta geniale, alla continua ricerca di nuovi limiti da superare, fa outing e “si libera” dichiarando pubblicamente di essere omosessuale. Fu uno dei primi atleti di alto livello a dichiarare la propria omosessualità, una decisione sofferta per chi era stato educato in un clima in cui “era meglio essere morto che essere gay”.

Dopo anni lo scozzese torna ad inseguire i suoi sogni e nella sua cucina/officina progetta “Bestie”, con la quale intende battere nel settembre 2013 il record di velocità con un mezzo a propulsione umana.  Non riesce a battere il record, ma è notizia di questi giorni che “Lo scozzese volante” (nel 2006 venne realizzato un film sulla sua vita intitolato appunto The Flying Scotsman) sta realizzando un nuovo progetto: “Bestie Mark II”. La nuova bici non è per il 49enne sognatore, ma per il figlio Jamie che nel 2015 dovrebbe provare a battere il record di velocità mancato lo scorso anno da Graeme.

Trailer del film:

 

Questa di cui abbiamo parlato è la storia di un atleta che ha combattuto per tutta la vita: contro se stesso, contro la fatica, contro chi vuole stabilire unilateralmente cosa è una bicicletta e cosa no. Proprio oggi l’Herald Scotland lo inserisce tra i papabili membri di un futuro Comitato Olimpico Scozzese, che si dovrà nominare in caso di indipendenza. Scrive Kevin Ferrie sull’Herald Sotland di oggi: “[…] poche persone nella storia di qualsiasi sport hanno dimostrato una maggiore capacità di guardare fuori dagli schemi come l'uomo che ha impostato un record del mondo su una bicicletta che conteneva pezzi di lavatrice.”

Un uomo così all’interno di un comitato olimpico, anche se al momento del tutto ipotetico, non sarebbe male. Non avevate un motivo per sperare nell’indipendenza della Scozia? Ve ne abbiamo dato uno. E adesso vado a vedere gli exit poll.