di Mauro Valeri
Al termine delle indagini, il 9 febbraio la procura di Cremona ha formulato per Antonio Conte, attuale commissario tecnico della nazionale, l’accusa di frode sportiva (e non quella di associazione a delinquere), per il processo legato al calcioscommesse. Tavecchio, dopo aver molto pensato, ha dichiarato che, come dice la Costituzione, anche se dovesse essere condannato in primo grado, Conte continuerà ad allenare la nazionale, perché la condanna vale solo dopo il terzo grado.
Tavecchio ovviamente dimentica che lo stesso Conte, a novembre, cioè dopo tre mesi dal suo ingaggio da ct della nazionale, ha patteggiato davanti alla Disciplinate, versando 25.000 euro, per le accuse che aveva rivolto agli organi della giustizia sportiva, in merito alla sentenza della Corte di Giustizia Federale sempre sul calcioscommesse. Che l’etica non sia il punto forte di Tavecchio lo dice anche un’altra storia. Dopo l’ormai nota gaffe razzista su Opti Pobà (condannata dalla Uefa ma non dalla giustizia sportiva italiana), si è scoperto che nel 2012, con l’approvazione unanime del Direttivo, l’attuale presidente della Figc aveva fatto stampare 40mila copie, a spese della Lega Dilettanti (quindi anche nostri), un suo libro da distribuire ai comitati regionali della federazione. Non contento, nel 2014, ha fatto distribuire un secondo volume, questa volta “regalando” solo 20mila copie. Ovviamente, Tavecchio non chiede le royalties (ci mancherebbe!) ma le spese di stampa restano. Secondo le notizie riportate dalla stampa, il primo libro sarebbe costato 4,96 euro a copia, 5,38 euro il secondo. Conti alla mano poco meno di 320.000 euro! A dare l’ok per la distribuzione del secondo libro, avvenuto a novembre 2014, c’era anche quel Lotito che, grazie ad una telefonata intercettata, ha fatto sapere a tutti la sua versione di come dovrebbe essere gestito il calcio. Anzi di quello che è già, grazie a lui, a Tavecchio e a qui “piagnoni” che Lotito tratta come poveracci a cui lui però vuole anche bene e che, da vero amico, non molla, perché non si sa mai, dovesse essere lui un domani a piangere….
A questo punto non ci resta che lanciare un piccolo concorso. Volendo mantenere l’acronimo FIGC, perché cambiarlo costerebbe troppi soldi (e sappiamo già chi ci potrebbe fare un pensierino), per cosa potrebbero stare quella effe, quella i, quella gi e quella ci? Noi proponiamo Faccio Intrichi Giocando a Calcio, ma sicuramente chi legge avrà più brillanti proposte. A chi invierà la dicitura che otterrà il maggior consenso, andranno premi, ma due libri. Di certo non quelli scritti da Tavecchio.