di Davide Drago

Come ogni anno arriva l'otto marzo, giornata carica di eventi, di manifestazioni e anche di feste. C'è chi si ricorda della donna e dei problemi di genere soltanto per le “feste comandate” o quando balzano agli onori della cronaca, c'è chi lo fa ogni giorno con le proprie pratiche politiche. Il prossimo otto marzo la marea femminista tornerà nelle strade di tutto il mondo con lo sciopero globale delle donne. Il rifiuto della violenza maschile in tutte le sue forme e la rabbia di chi non vuole esserne vittima si trasformeranno in un grido comune: da #metoo a #wetoogether.

Sarà uno sciopero femminista, per una trasformazione radicale della società, si scenderà per le strade contro la violenza economica, la precarietà e le discriminazioni. 

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Socrates - Democracia CorintianaCalciatori di sinistra è un libro. Un bel libro. Mi è capitato tra le mani grazie all'ultimo passaggio di Babbo Natale che, con me, è stato cortese come sempre. Ma sebbene in questo periodo si parli tanto di elezioni, l'articolo non è una scusa per un endorsement a Babbo Natale stesso. Tra le altre cose: chissà come andrebbe nei sondaggi. Ma vabbè, torniamo al libro, torniamo ai Calciatori di Sinistra.

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Le giornate contro il razzismo, ricordando Willy

di Teo Molin Fop

Mentre a Macerata, Piacenza, Milano e Brescia si scendeva in piazza contro il fascismo, a Vallecas, quartiere operaio di Madrid, nello scorso fine settimana si sono svolte “le giornate contro il razzismo”, organizzate dalla tifoseria del Rayo Vallecano, squadra di prima divisione (la serie B spagnola).

Questa iniziativa nasce per rimarcare – come si legge nel comunicato della “Plataforma ADRV” - la “nostra ferma repulsione di fronte a qualsiasi atto razzista o xenofobo que può aver luogo sia dentro gli stadi che nelle nostre vite quotidiane”. Uno degli obiettivi poi è quello di chiedere “al direttivo del club di inserire nello statuto la condizione di club antirazzista e difensore dell'uguaglianza tra le persone”.

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Pubblichiamo intelgramente un comunicato dei Black Panthers FC di Milano: la denuncia di una storia che ormai è diventata quasi prassi nei campi di calcio delle serie dilentattistiche. Una corsa sfrenata per accappararsi giovani calciatori stranieri, con false promesse.

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La faraonica politica dei “nuovi stadi” di Erdogan

 

di Teo Molin Fop

 

L'inequivocabile manifestazione di appoggio all'operazione militare turca “Ramoscello d'ulivo” da parte della squadra del Bursaspor ha avuto luogo nella “Timsah Arena”. L'avveniristico e supertecnologico stadio a forma di coccodrillo, è stato inaugurato nel dicembre 2015 con la presenza di Erdogan, che dichiarò “ il Bursaspor non è una semplice squadra. E' un club che ha vinto lo scudetto. Solo uno stadio del genere può essere adatto a dei campioni”.

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di Davide Drago

E' una guerra sporca, tremenda. Nessuno sa cosa stia realmente accadendo ad Afrin, il distretto della Siria nordoccidentale governato dai curdi siriani contro cui il Governo turco ha scatenato dal 20 gennaio l'operazione “Ramoscello d'ulivo”, un'imponente offensiva militare per scacciare le milizie curdo siriane dello Ypg e creare una zona di sicurezza sul confine. Il primo nuovo fronte siriano aperto nell'era del dopo Isis ha scosso, come era già successo in passato per altre operazioni militari, anche il mondo dello sport.

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"Vorrei un po' di pace e serenità e limitarmi ogni tanto a sorridere con il cuore a quell'immagine se esposta, quasi pensandoti lì con quei ragazzi ad incitare la vita, perchè è di quello che in fin dei conti si tratta" - LINO ALDROVANDI

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foto tratta da Global Project

di Davide Drago

Daniz Naki è stato squalificato a vita, non potrà più giocare a calcio in Turchia.

Era già stato squalificato per 15 giornate nel 2015, perché si era tatuato la parola Azadi (“Libertà” in curdo) sull’avambraccio. Un po' di tempo dopo è stato squalificato e condannato per aver espresso in maniera chiara le sue posizioni contro il governo turco. Infatti, poco dopo una vittoria della sua squadra, l'Amedspor, Deniz Naki decide di festeggiare a modo suo, su Facebook e su Twitter, con questo post: «Dedichiamo questa vittoria a coloro che hanno perso la vita e ai feriti durante la repressione nella nostra terra che dura da più di 50 giorni. Siamo fieri di essere un piccolo spiraglio di luce per la nostra gente in difficoltà. Come Amedspor, non ci siamo sottomessi e non ci sottometteremo. Lunga vita alla libertà!».

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foto tratta da: Il Post

di Davide Drago

Come spesso accade in Italia, ha vinto lo scontro per accaparrasi le poltrone e non quello che sarebbe dovuto essere il nodo centrale della votazione, ossia il bene del calcio. Con tre candidati e nessuna collaborazione tra di essi, il commissariamento era quasi inevitabile. Se ne era già parlato dopo la sconfitta dell'Italia con la Svezia e, qualche giorno fa, il presidente del comitato olimpico nazionale (CONI) Malagò l'aveva paventato come unica soluzione possibile. Il giorno prima delle elezioni il presidente del CONI aveva presentato ai tre candidati una lettera nella quale richiamava la Federcalcio ad adeguare lo statuto della Lega di Serie A in base ai principi informatori approvati dal Consiglio Federale del 26 ottobre.

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