Siamo con Nikola,senza se e senza ma.
Diamo il nostro totale e incondizionato appoggio alla scelta coraggiosa del ragazzo ,fatta autonomamente,con la propria testa e sulle proprie gambe,ed esprimiamo solidarietà alla famiglia del ragazzo.
Scozzesi, inglesi, biciclette e lavatrici
Mentre sto scrivendo questo pezzo gli scozzesi stanno decidendo del loro futuro, quando lo leggerete si conosceranno già i risultati dello storico referendum sull’indipendenza della Scozia.
Riguardo alle due giornate organizzate dalla Uefa a Roma sul tema delle discriminazioni nel calcio e alle quali abbiamo partecipato come Polisportiva antirazzista Assata Shakur e come Sport alla Rovescia, abbiamo già redatto dei resoconti sui dibattiti ai quali abbiamo assistito, in modo il più possibile oggettivo (qui e qui). Intendiamo ora fare delle considerazioni, guardando alla Uefa Respect Diversity dalla nostra prospettiva, quella delle realtà dal basso, che praticano quotidianamente lo sport popolare e antirazzista, producendo campagne e modificazioni sia nel territorio in cui agiamo, sia all'interno delle istituzioni sportive che dovrebbero tutelare questi argomenti. Se da un lato ci pare fondamentale che anche dall’alto si riconosca il problema delle discriminazioni nel calcio, con l’intenzione di mettere in pratica piani d’azione concreti, dall’altro non possiamo non riconoscere una distanza dal territorio e dal tessuto sociale. A Roma si è discusso tanto di lotta al razzismo, all’omofobia, al sessismo e di tutela delle minoranze, ma dal nostro punto di vista la discussione è sembrata piuttosto debole, così come le proposte scaturite per innescare un reale rinnovamento.
A seguire un resoconto della seconda giornata della Uefa Respect Diversity di Roma.
L’ultima delle due giornate della Uefa Respect Diversity di Roma, è stata inaugurata da sei differenti workshop, ognuno connesso al tema centrale dell’evento, le discriminazioni nel mondo del calcio, con l’obiettivo di confrontare varie esperienze a partire dalle quali avanzare soluzioni possibili.
Esponiamo di seguito un resoconto della prima delle due giornate intitolate Uefa Respect Diversity.
La Uefa Respect Diversity di Roma è stata inaugurata da Michel Platini, che ha presentato la due giorni sul tema dell’antirazzismo e della lotta alle discriminazioni nel calcio, sottolineando come nonostante vari interventi in materia, il razzismo è ancora presente in questo sport e nelle società calcistiche. La popolarità del calcio porta con sé una grande responsabilità, quindi se da un lato esso rispecchia la società, dall’altro deve intervenire su di essa per combattere le varie forme di intolleranza. Ha quindi denunciato come in Italia la situazione al riguardo sia critica, citando ad esempio il caso di Balotelli. Il presidente della Uefa ha colto l’occasione per esprimere la propria personale riprovazione riguardo la recente frase di Tavecchio, sulla quale ha dichiarato di non voler aggiungere ulteriori commenti, dal momento che la Uefa ha aperto un’inchiesta sul caso di cui si è reso protagonista il neopresidente della Federcalcio.
Il 10 e l’11 settembre a Roma la conferenza UEFA per combattere le discriminazioni
«Un incontro per combattere le discriminazioni nel calcio e per fornire le linee guida sulla gestione del razzismo. Il 10 e l’11 settembre al Grand Hotel Parco dei Principi di Roma si svolgerà la conferenza Respect Diversity 2014, organizzata dalla UEFA con la partecipazione della rete FARE e di FIFPro (l'unione mondiale calciatori) e con il supporto della Federcalcio. Saranno oltre 200 i delegati presenti in rappresentanza delle federazioni associate UEFA, delle leghe, dei club, delle organizzazioni politiche e di governo, delle associazioni non governative (ONG), delle minoranze, oltre a esperti del settore e giornalisti. Ad aprire i lavori sarà il presidente della UEFA Michel Platini: “Mi auguro che questa conferenza – auspica il numero uno del massimo organismo calcistico europeo - incoraggerà i rappresentanti del calcio, i tecnici, i giocatori e i tifosi a lavorare insieme per dire basta ad ogni forma di discriminazione”. Nel corso dell’evento è prevista una tavola rotonda con i responsabili della politica e dello sport, con un workshop e un dibattito in cui saranno coinvolti ex giocatori e calciatori professionisti».
La morte sotto i bombardamenti del più famoso calciatore palestinese non impone alla Fifa nessun tipo di condanna verso lo stato di Israele e la sua federazione
Si ho deciso, mi rimetto ad andare in bici, mollo tutto e a luglio 2015 sarò in giallo a Parigi. Mi allenerò tantissimo, farò una dieta ferrea, stop sigarette, alcol, e giù di doping. Tanto l’ho sentito al bar: nel ciclismo se ti dopi vinci! Ho deciso che il mio soprannome sarà “in punta di sella”, così avrò anche l’account twitter pronto e quindi mi risparmio metà dell’opera.