Bebeto e Romario: gli eroi di Usa '94 oggi sono divisi dalla politica

La fine dell'impero che divise Bebeto e Romario

a cura di Ivan Grozny

Sostiene Texeira che quelli brasiliani saranno i più grandi mondiali della storia. Sostiene che solo un uomo della sua esperienza poteva fare diventare reale quello che fino a qualche anno era pura utopia anche solo pensare. Dopo 64 anni i Mondiali di calcio in Brasile. Lui lo sostiene ancora, ma peccato che coloro che avrebbero dovuto sostenere lui siano finiti male. Sono ben otto i ministri che si sono dovuti dimettere dalle loro prestigiose cariche a seguito di certificate tangenti ricevute da diverse aziende incaricate della costruzione e ammodernamento non solo degli stadi ma anche delle varie infrastrutture che servono in certi casi.

Leggi tutto...

Il 2015 sarà l'anno nel quale conosceremo i nomi delle città candidate ufficialmente ad ospitare i giochi olimpici estivi del 2024 e ad oggi le uniche due certezze che abbiamo sono le candidature di Roma e di Boston e molto probabilmente quella di una città Sudafricana. Circolano tanti nomi di possibili città ospitanti, alcune di queste sono: Berlino, Baku, Parigi, Doha, Amburgo/Copenaghen, Casablanca. Hanno tempo un anno per presentare domanda e solo nel 2017 sapremo chi, secondo il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), avrà la meglio tra tutte queste città, questi Paesi.

Leggi tutto...

Tra le carte dell'inchiesta su “Mafia Capitale”, c'è una telefonata tra Roberto Vigilanti, titolare della “Us Boreale Srl”, e Antonio Tempestilli, dirigente ed ex-calciatore della Roma, in cui si parla di come estromettere la Uisp dal parco di Tor di Quinto. Su quest'area la “Us Boreale Srl”, in stretto contatto - secondo l'inchiesta della magistratura - con Carminati, ha costruito un asilo nido e un ristorante a due piani. La Uisp avrebbe dovuto occuparsi di alcune attività legate ai campi di beach volley, al rimessaggio di barche, ai corsi di canoa, solo che queste strutture, obbligatorie nel progetto, non sono mai state costruite, tranne degli spogliatoi.

Leggi tutto...

Dopo l’approvazione delle norme contro le persone omosessuali e le violenze di cui sono state e continuano ad essere vittima, le ultime affermazioni di Putin sull’Italia, relative ad un tema apparentemente lontano dallo sport qual è quello delle adozioni, impongono una presa di posizione netta, soprattutto alla vigilia delle Olimpiadi invernali di Sochi 2014 e alla candidatura di Mosca ai Mondiali di calcio 2018.

Leggi tutto...

Elisa Virgili ha scritto “Olimpiadi. L’imposizione di un sesso” in cui osserva il mondo dello sport dal punto di vista degli stereotipi e della costruzione del genere. Per saperne di più l’abbiamo intervistata.

Leggi tutto...

Bersani e la Bindi

Dopo Asterix, un altro grande personaggio della fantasia “anti-imperatore” se ne va alle Olimpiadi.

Leggi tutto...

Una delle novità di questi ultimi mesi sono i messaggi razzisti su twitter, che hanno interessato anche il mondo dello sport. I primi segnali erano arrivati dall’Inghilterra.

Leggi tutto...

Ci siamo. In realtà sono cominciate già con le gare dei tornei di calcio, femminile e maschile, ma l’apertura ufficiale è prevista per questa sera con l’accensione della torcia olimpica nello stadio. Che Olimpiadi saranno? Sicuro quelle più sponsorizzate di sempre, perfino più dell’edizione di Atlanta, quelle della Coca Cola, per intenderci. Si parla già di conti, ma è presto per fare un bilancio. Le edizioni scorse sono passate alla storia per i buchi di bilancio, vedremo come andrà questa volta.

Leggi tutto...

 

 

 

di Ivan Grozny

Niente candidatura per Roma 2020. Non ci sarà a sfidare Istanbul, Tokyo, Madrid e Doha. Monti ha di fatto bloccato una operazione che era gradita trasversalmente dal centrodestra al centrosinistra, Quirinale compreso.

Tra le forze politiche, per correttezza di informazione, segnaliamo che Lega e IDV erano contrari. Detto questo, divertiamoci un po’..

Leggi tutto...

La notizia è passata quasi inosservata, i più probabilmente non l'hanno nemmeno vista, accecati dalle, per ora, notti magiche europee: l'inchiesta sulla morte di Marco Pantani è stata finalmente archiviata, nessun omicidio, nessun colpevole, nessun complotto.

Che pace sia dunque per il Pirata, per i genitori e per tutti i suoi sinceri ammiratori.

Ma più di tutto speriamo mettano il cuore in pace gli avvoltoi senza scrupoli che, sulle deboli spalle di un uomo, hanno vomitato addosso tutta la loro morbosa sete di scandalo e scoop.

Tali processi, lungi dal purificare l'immagine di un uomo, ne hanno sviscerato ogni singolo aspetto, spulciando tra i ricordi e la vita privata, addentrandosi nell'uomo alla ricerca di qualche indizio con cui modificare la realtà per proprio diletto o tornaconto.

È tempo di lasciare riposare in pace un uomo, un corridore figlio del suo tempo.

Quel tempo in cui il ciclismo ha deciso di abbandonare il romanticismo, la poesia, il senso di mettere alla prova i propri limiti. Quel tempo in cui il ciclismo ha fatto entrare i soldi, quelli veri, tanti, ed è coinciso con l'entrata della farmaceutica, quella vera, quella che altera non solo la prestazione sportiva, ma anche le caratteristiche fisiche delle persone che la assumono.

In quel tempo il ciclismo ha superato ogni limite atletico ma soprattutto morale: non si guardava più in faccia a nessuno, contava solo vincere, se vincevi venivi considerato eroe, se perdevi venivi deriso e disprezzato.

Pantani era dentro questo sistema maledetto, ha scelto di sporcarsi le mani, ha scelto di rischiare e di mettersi in gioco, come chi scrive ha scelto che non ne valeva la pena e ha preferito fumarsi uno spinello ogni tanto piuttosto di riempirsi le vene con porcherie chimiche. Pantani sapeva a che gioco stava giocando, sapeva i rischi sportivi di quello che stava facendo. Sapeva che oltre al doping c'era il giro di scommesse clandestine, sapeva che le corse si compravano e si vendevano.

Quello che non sapeva probabilmente era che non avrebbe avuto la forza di sopportare il gioco al massacro a cui è stato sottoposto una volta scaricato dal sistema. Marco non ha retto questo, il circo creato attorno alla sua figura e al suo mito, quello che quando tutto va bene ti fa sentire dio, ma quando la ruota gira ti fa diventare il bersaglio delle freccette.

E allora ammettiamolo, rendiamolo umano quest'uomo fortissimo in bicicletta e così debole, delicato nella vita. Accettiamo il fatto che avesse deciso di stare alle regole del gioco che prevedevano l'abuso sistematico di sostanze dopanti per  migliorare le prestazioni sportive. Come tutti in quei giorni così falsamente leggendari.

Accettiamo che il crollo del castello attorno a lui lo abbia portato a cercare conforto nella polverina bianca (peraltro molto in voga nell'ambiente, oltre che nella società tutta, in quegli anni). Accettiamo il fatto che era un uomo con le proprie debolezze e difficoltà.

Fare questo non significa disprezzarlo. Significa volergli bene renderlo un uomo vero e non una leggenda, finta, lontana dalla realtà.

Fare questo significa inoltre voler bene ad uno sport capace come pochi di emozionare.

Perchè, fino a quando non si ammetterà che in quel tempo tutto era lecito, tutti si facevano e soprattutto tutti sapevano e tacevano, non ci sarà redenzione, non ci sarà credibilità, nè per Marco nè per il ciclismo.

Da oggi abbiamo una possibilità in più:  è morta una leggenda, diamo spazio alla verità.

@ChrisPeverieri

Tempo di raccolta delle olive, tempo di olio. Guardando le persone che si arrampicano sull'albero, pensi a un tempo antico, a sapori genuini che arrivano da ciò che sembrava perso.

Leggi tutto...

Il doping, a seconda di come lo guardi, ha diverse letture. Può essere una truffa, un business, l’unica rivincita, una scorciatoia, un rischio per la salute, insomma è un tema complesso, che cambia a seconda di chi è lo spettatore.

Leggi tutto...