Quando parli di ciclismo e pensi ai sassi, alle pietre, pensi a quelle ben piantate a terra della Parigi Roubaix. Quelle che quando arrivi ti fanno male le mani e la schiena per le vibrazioni, quelle che ti costringono a passare sul bordo della strada e causano cadute e forature a ripetizione.

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C’è uno sport che chi è abituato a considerare le strade e le piazze come specchio della situazione sociale ed economica del paese non dovrebbe mai sottovalutare. E’ lo sport che fino agli anni ’60 è stato il più popolare in Italia (sì, anche più del calcio), quello povero per antonomasia, quello della fatica: il ciclismo.

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“Mi piacciono le cose eque, poter contare solo sulle mie forze, mi piace giocare ad armi pari. Non voglio vincere perché ho più risorse, ma perché sono più bravo. Sentirsi più bravi è molto più bello che vincere e basta.”
(Paolo Ciabattini)

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Note collettive sui fatti di sabato sera

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Nella terza puntata di BrasilS, "I padroni del Mondiale", abbiamo parlato delle aziende che stanno maggiormente beneficiando degli appalti per stadi e altre grandi opere.
Con Ernesto Milanesi nelle prime due puntate abbiamo analizzato l'impatto delle grandi opere sui conti dei Paesi organizzatori, in questa come funziona la logica di attribuzione di appalti e fondi pubblici. E abbiamo scoperto che è molto simile a quanto sta accadendo in Italia, a Milano, con Expo2015. Ecco il suo pezzo scritto per noi di Sport Alla Rovescia:
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Non potevamo di certo rimanere indifferenti davanti alle ultime uscite del presidente della Reyer, Luigi Brugnaro.
Come tifosi Reyerini, come sportivi amatoriali, ma anche e soprattutto come persone.

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di Teo Molin Fop

“Il Calcio sta diventando uno sport da ricchi, come poteva essere una volta il tennis”.

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fortitudo bologna: la rinascita

Di Ernesto Milanesi

 

In redazione, nutro il sottile piacere del “confronto” con un direttore bolognese che – forse, non per caso – è di quella squadra che nemmeno va nominata (ma lui ha una figlia che ha capito quant’è meglio essere dei nostri…).

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Eusebio

Di Ivan Grozny

Quando Eusebio si presentò al provino per la squadra satellite del Benfica, il Desportivo, in Mozambico, non gli fu permesso neppure di provare perché privo di alcun tipo di attrezzatura.

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Il caso del Real Vicenza, primo in classifica ma senza tifosi

Il Calcio-business non è solo quello dei grandi club. Negli ultimi anni alcuni facoltosi imprenditori acquisiscono piccole squadre di provincia per portarle dalle categorie dilettantistiche, a suon di centinaia di migliaia di euro, all'inseguimento del sogno del grande calcio.

Negli anni '90 fu il Chievo, ora abbiamo il Sassuolo che blocca la capolista all'Olimpico. La Virtus Entella del patron Gozzi, noto industriale siderurgico di Chiavari, guida la classifica della Prima Divisione a caccia della Serie B. In Seconda Divisione è capolista il Real Vicenza dell'imprenditore vicentino di serramenti, Lino Diquigiovanni, ripescato dalla serie D quest'estate.

Il Real Vicenza veste casacca a righe biancorosse, gioca le partite casalinghe al Menti e prende nome dall'appellativo dato al Vicenza di Paolo Rossi alla fine degli anni '70. Peccato che la sua storia non sia altrettanto gloriosa. Nel 2010 Diquigiovanni acquista il Gatto Sole, storica squadra cittadina del quartiere del Villaggio del Sole e propone la fusione al Cavazzale, squadra in difficoltá economiche della provincia, ma militante nel campionato di Eccellenza. In questo modo l'ambizioso progetto di Diquigiovanni non deve partire dalla prima categoria. Dalla fusione tra il Gatto Sole ( maglia arancione) e il Cavazzale (maglia rossoblù) nasce quindi il Real Vicenza (maglia biancorossa). Nonostante i forti investimenti e la costruzione di una rosa di giocatori totalmente nuova, facendo quindi tabula rasa di quelle precedenti, l'inizio non è dei migliori.
Per fortuna non basta strapagare dei giocatori per vincere il campionato...

Dopo aver comprato e venduto una marea di giocatori, il giocattolo alla fine ha cominciato a funzionare. E ora funziona bene a vedere il primo posto in classifica in Seconda Divisione.
Sicuramente ciò é il frutto di una gestione societaria seria, solida, ambiziosa ed accurata. Ciò si evidenzia ancora di piú se si contrappone alla situazione di totale sbando che da qualche anno investe il Vicenza Calcio, sprofondato in lega pro dopo 20 anni: assenza di programmazione, milioni di euro di debiti, punti di penalizzazione, gestione fallimentare societaria e giocatori svogliati.

Se la classifica si confermasse cosí l'anno prossimo le due squadre cittadine si troveranno nello stesso girone di Lega Pro. Nonostante il bel calcio e gli ottimi risultati, la media spettatori del Real Vicenza è 220 persone e nell'ultima partita in casa con la Torres ci sono stati solamente 76 paganti. Mentre Il Vicenza Calcio ha la media spettatori più alta del girone A della Prima Divisione.

Quando si costruiscono delle squadre a tavolino, senza identitá e senza costruire un legame con la comunitá, potrai anche avere un progetto serio e vincente, ma ció non basta per avere dei tifosi.
Nel calcio, come nella vita, le emozioni e la passione non si possono comprare al calciomercato.
Almeno quelle....

Lo spettacolo, è inutile negarlo, è stato pessimo. Giocatori che si accasciano al suolo doloranti, le tre sostituzioni dopo un minuto. Tutto troppo brutto.

Se n'è scritto a riguardo e si continua a farlo. Insomma, per un giorno o due Nocera diventa la capitale degli Ultras violenti. Un po' troppo, non vi sembra?

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Cassano e Balotelli

Sono convinto che il giorno in cui PierMatteo Renzi vincerà le primarie Pd, nel suo discorso inaugurale ci infilerà anche Mario Balotelli. Ad oggi infatti è impossibile non esprimere un giudizio su questo ragazzo di ventitre anni. In un epoca di bamboccioni, di giovani che non riescono a emanciparsi e nemmeno a dare un contributo all’Italia, c’è un ragazzo che viene tirato in ballo su qualsiasi cosa.

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